-----Messaggio originale-----
Da: Marvelli [mailto:marvelli@email.it]
Inviato: gio 16/04/2009 9.15
A: undisclosed-recipients
Oggetto: Comunicato V dal sisma
*COMUNICATO V
Il campo di san Biagio a Tempera (AQ).*
Sono al campo San Biagio di Tempera, un paesino vicino L'Aquila. Ci sono
127 residenti per la maggior parte anziani.
Nel campo lavorano insieme la Protezione Civile, la Misericordia di
Montefalcione e la Brigata di Solidarietà Attiva di Rifondazione
Comunista. Ci sono una cucina da campo, un magazzino scorte, una
segreteria, un ambulatorio medico ed infermieristico, un team di
psicologhe, un sacerdote. Solo ieri sono arrivati alcuni bagni chimici.
E' consentito il lavaggio delle mani in un lavandino comune; l'acqua è
fredda e non potabile.
L'acqua.
Dobbiamo evitare che diventi un eventuale mezzo di contaminazione.
Chiamo al telefono un farmacista del Ordine dei Farmacisti di Cuneo che
è qui vicino con una farmacia mobile. Amuchina nella cisterna da 10.000
litri d'acqua, erogatori di ipoclorito di sodio nei bagni ed educazione
dei residenti. Questa mattina comincio il lavoro di igienizzazione
dell'acqua.
Terminata l'emergenza, l'infermieristica di comunità mi sembra sia il
modo giusto per essere qui.
Ieri pomeriggio ho fatto un giro per le tende distribuendo salviette
umide ed amuchina:
"Buongiorno. Sono Lorenzo, l'infermiere del campo. Vorrei parlarvi delle
mani. E di quanto sia importante per noi tutti lavarle. Oggi e qui più
di ieri ed a casa: lavarle bene e spesso". I bambini mi fanno le smorfie
e ridono.
C'è interesse verso comunicazioni di questo tipo, c'è spirito di
collaborazione da parte dei residenti ed anche l'intenzione ad
autorganizzarsi, a non stare fermi, a prendere in mano la situazione:
"Ho recuperato un aspirapolvere e pulirò la tenda come facevo con casa
mia. Tutti i giorni", mi dice una mamma con un bambino in braccio.
Questo campo è un comune. O qualcosa di simile. Non c'è gerarchia ma ci
sono ruoli, funzioni e nessuno ha la pretesa di comandare. Gli
riderebbero in faccia se solo lo facesse. Tutti fanno qualcosa e questa
opera è un lavoro libero dal salario ed assolutemente organizzato
L'autonomia è la regola del campo. Mancando il comando ma anche la
rappresentanza e la delega, la gente sembra realizzare quanto importante
sia assumersi la responsabilità dell' opera da svolgere.
Tutti assumono comportamenti volti alla responsabilità e nell'aria si
respira tutta questa necessità di fare da sé.
Il risultato è una piccola società quasi perfetta, al limite dell'utopia
dove convivono clown colorati dai capelli lunghi ed arricciati con
carabinieri e militari e militanti di rifondazione e volontari della
protezione civile senza che i residenti siano costretti a parteggiare
per questa o quella fazione: qui non ci sono fazioni ma una comunità di
gente all' opera. Del tentativo di organizzare il terremoto in
schieramenti, come è evidente dal recente programma di Santoro e
soprattutto dalla risposta isterica e censoria del governo e
dell'opposizione, qui non se ne ha notizia o, se se ne ha, non se ne
parla. A pensarci bene questa polemica fa più ridere dei clown e dei
carabinieri che qui al campo, alla sera intorno al fuoco, scherzano
insieme mangiando cioccolata. C'è disinteresse nei confronti
dell'isteria che troneggia lontano da qui.
Questo clima del campo così lontano dal dibattito pubblico sul terremoto
è il motore dell'organizzazione. Dell'autorganizzazione!
Tadeus è in Italia da 11 anni. Colpito dalla recente crisi perde il
lavoro e si trasferisce a Tempera da Roma ed acquista una casa vecchia
che il terremoto butta giù inesorabilmente a restauro appena concluso:
"Se non l'avessi restaurata ci sarei morto dentro", mi dice
raccontandomi dei lavori svolti tenendo presente la possibilità del sisma.
Tadeus è un elettricista ed arriva in ambulatorio per chiedere una
Tachipirina. Ci sono fili elettrici a terra, non c'è ancora
l'illuminazione ed il frigorifero con i farmaci non ha corrente
elettrica: "Posso sistemare tutto subito, sono un elettricista", dice
Tadeus. Nel giro di due ore l'ambulatorio s'illumina e si riscalda con
una riscaldatore elettrico.
Tadeus, il polacco, finisce per diventare un punto di riferimento nel
campo, è in giro con i suoi attrezzi e non smette di lavorare.
Forse ho dimenticato di somministrargli la Tachipirina.
Tadeus è l'esempio di come funziona l'ingaggio nel campo: hai desiderio
di fare una cosa, ti offri, illustri il tuo progetto, lavori. Punto e basta.
La notte è fredda, gelida nonostante la stufa elettrica di Tadeus. Sono
rimasto solo in ambulatorio e non spengo la luce perché credo sia
importante comunicare che questo posto di cura non chiude.
Collego il mio PC alla rete ed attraverso velocemente Facebook, leggo la
posta poi passo a qualche poesia di Luzi, quindi a Chomsky : Anarchismo,
contro i modelli culturali imposti.
Mi annoia un po', il gelo mi impedisce la concentrazione ed allora
ripiego su Cornelio, il fumetto di Lucarelli.
Gli ultimi pensieri della notte:
-Meglio Julia che Cornelio. Meglio Cornelio che Chomsky. Quando fa
freddo, /naturally/...
-Ricostruire è possibile se esistono persone come Tadeus.
-Le poesie di Luzi sono l'unico caldo in questo gelo. Più della stufa di
Tadeus.
-Gliel' ho poi data la Tachipirina a Tadeus?
-Sto bene in questo campo. La gente mi piace.
-Cazzo, ci sto mettendo il cuore: non voglio andarmene!
-Bisognerà rendere visibile l'ambulatorio con una bandiera
-Dove troviamo gli erogatori di ipoclorito per i bagni? Telefoniamo a
Rifondazione domattina. Boh!
-Oddio che freddo... devo fare la pipì ma non ci vado. La tengo fino a
domattina.