4 dicembre 2010

Sans Papiers, mais pas sans pensèe

Sans Papiers, mais pas sans pensée
Domenica 12 dicembre 2010, ore 18.00
Pietro: un equilibrio temporaneo tra tutte le forze che agiscono in un dato punto: un adattamento provvisorio. E questo equilibrio può manifestarsi alla sola condizione di essere continuamente modificato, di rappresentare in ogni momento la risultante di tutte le forze in conflitto...



Melissa: ci sono personalità che si pongono a limite, come C.P., che ha sempre prodotto trovandosi volutamente a margine…ma il problema non è definire come è o come non è il sistema, quanto il tempo che si è costretti a spendere dovendone parlare. Il discorso paradossale è che tu cerchi di far parte di un sistema che poi in ogni caso non ti garantisce nulla, anche se riesci a farne parte.
Carlotta: secondo me questo sistema è in implosione, in declino, e tutti si appigliano a qualcosa che continua a naufragare. Con un atto di coraggio dobbiamo abbattere definitivamente questa “roba naufragata” e aprire un impresa a Palermo.
Pierpaolo: c’era qualcosa che avevo letto, ma purtroppo la memoria…. quando qualcosa va in putrefazione, proporre un alternativa valida risulta sempre illegale. Nessuno ti permette di costruire qualcosa di alternativo che funzioni, perché questo vorrebbe dire colpire duramente e definitivamente quel sistema naufragato, facendolo affondare per sempre.
Pina: ditemi se sono matta, ma perchè a me tutte queste macchine mi fanno schifo? Mi viene da vomitare....mi sembra di vedere degli insetti ammucchiati, come dei vermi...
Sophia: ok, allora la mia domanda è: ci si può mettere tutti a tavolino per stabilire che non è più possibile affrontare i problemi di un'epoca in declino individualmente, ma solo attraverso un'organizzazione collettiva? E' possibile che ci sia una persona che affermi che da sola potrà affrontare tutti questi problemi?
Sarah: io credo che in termini teorici siamo tutti d'accordo ma in termini pratici?
Sophia: il discorso che mi ha fatto oggi N., ad esempio, tratta un problema inesistente, lei si è fermata sulla mia autodefinizione di “artista”, ma non aveva argomenti sul mio tentativo di voler scambiare oggetti per trasformarli (es:io ti do uno strumento musicale che tu trasformerai in una lampada e tu mi dai un oggetto che io trasformerò in una lampada).
Marta: forse N. ha pensato che tu sei una che se la tira perchè ti senti un'artista. Questa sfiducia reciproca è la prima fase da superare, ed è la stessa sfiducia che ci sta portando al collasso.
Carlo:  l’arte e la politica sono strettamente correlate: l’arte viene sottovalutata rispetto al messaggio politico. Il messaggio artistico a volte viene veicolato per servire il messaggio politico
Andrea: a me comunque non piaceva molto partecipare, troppo inclusivo, troppo poco selettivo, non c’era meritocrazia. Sotto un altro punto di vista il fatto di non escludere potrebbe essere interessante: tutti potevano partecipare.
Pierpaolo: tornando al discorso del potere/ambizione, nel caso in cui ti fai portavoce di qualcosa, questo potrebbe interrompere l’esperienza vera di condivisione che in un nuovo territorio e attraverso un nuovo progetto si potrebbe attuare.
Silvia: la galleria che tutti cercavano a New York, e nessuno sa dov’è. Potrebbe rimanere anonima anche questa esperienza!

Il C.S.O.A. Sans Papiers è in Viale carlo felice 69b Davanti Piazza San Giovanni, potete arrivarci facilmente scendendo alla fermata San Giovanni della Metro A o prendendo il tram n.3, la fermata è di fronte al Centro Sociale.

collettivo TRAi
www.trai.eu

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